Secondo i dati resi noti del WWF (
www.wwf.it), ogni italiano utilizza in media 215 litri di acqua al giorno. Ma se si considera anche l'acqua cosiddetta "virtuale", cioè quella nascosta nei cibi, nei vestiti e nei servizi, il consumo diventa 30 volte superiore: oltre 6.500 litri a testa ogni giorno: il valore più alto al mondo dopo quello degli Stati Uniti.
Solo il 30% dell'acqua proviene da risorse italiane mentre il restante 70% arriva dall'estero, incorporata nei prodotti che viaggiano sulle rotte del commercio internazionale.
Il nostro Paese è il quinto importatore d'acqua del pianeta. L'acqua virtuale è la nuova prospettiva scientifica presentata dal WWF (
www.wwf.it) durante la Settimana mondiale dell'acqua che si è conclusa qualche giorno fa a Stoccolma, che mette in relazione l'utilizzo dell'acqua con i consumi delle persone. Secondo questa prospettiva ogni volta che beviamo un bicchiere di vino consumiamo 120 litri d'acqua, per indossare una maglietta di cotone ne abbiamo utilizzati 2 mila e, per mangiare un hamburger, 2.400. Questo è quanto emerge se consideriamo quanta acqua è servita per irrigare la vite, per coltivare il cotone e per sfamare e dissetare un manzo per 3 anni.
Per correre ai ripari, il Wwf elenca una serie di interventi volti a ridurre il volume di acqua necessario per produrre beni e servizi consumati dagli abitanti del pianeta. Lavorare sulla produttività dell'acqua per uso agricolo. Diffondere e sviluppare una migliore cultura della buona alimentazione e attuare una legislazione che regoli la domanda, l'offerta e la gestione dell'acqua, che ancora manca anche in Italia.